L’ABC del Ciak
REGIA - LUIGI PERELLI
PROGRAMMA

IL CINEMA. FICTION, DOCUMENTARIO   
1°GIORNO:  DAL CASTING  AL  CIAK.

La macchina da presa. La sua origine risale alla Lanterna MAGICA, e di questa in un certo senso conserva molte tracce. Non è un caso che si parla molto spesso de "La magia del cinema" od anche di "Fabbrica dei sogni".
E fino a quando la pellicola doveva essere sviluppata e poi stampata, l’imprevisto era sempre possibile: un imprevisto che riconduceva alla natura “magica” del fare cinema.

                Il film o il documentario.
                 Strumento tecnico indispensabile sono  la macchina da presa o la telecamera. Ma prima della telecamera,il vero punto essenziale è l’ IDEA. Può essere uno spunto, un’intuizione, o una sceneggiatura elaborata. Questo dipende dal tipo di lavoro che si vuole affrontare:
Documentario, video, video musicale, racconto con attori, con protagonisti.
L’idea però deve essere sufficientemente chiara da poter essere espressa in un film.
Ovviamente, se si lavora con attori, la sceneggiatura è il terreno di incontro tra gli interpreti, i vari collaboratori, e la regia.
La sceneggiatura è spesso elaborata insieme a scrittori professionisti, specializzati nella costruzione della storia, nei vari snodi drammatici (o comici), ma anche nella precisione, vivacità, puntualità dei dialoghi.

                La preparazione.
1) Definire i tempi (in funzione dei costi), così pure scegliere i luoghi (le location). In questo intervengono la produzione, lo scenografo, ma anche il direttore della fotografia.

2) Definire insieme al direttore della fotografia le caratteristiche espressive, e conseguentemente quelle tecniche. Questo porterà a scegliere il formato di ripresa, la telecamera (o le varie telecamere), gli altri strumenti tecnici, steady, riprese aeree (droni), carrelli, gru. Ma anche le apparecchiature per l’incisione del suono in funzione del progetto.

3) Altro momento importante, la scelta degli interpreti e poi il lavoro che viene fatto con loro prima dell’inizio delle riprese, per delineare le differenti psicologie, trovare per ogni ruolo il modo di presentarsi,  di parlare, studiare abitudini, tic, abbigliamento, e interrelazione con gli altri personaggi.

                Qualche volta in questo lavoro di preparazione sono coinvolte altre figure. Dipende ovviamente dal film che si vuole realizzare. Se fin dall’inizio si vuole dare una particolare chiave sonora, può essere richiesta da subito la collaborazione di un musicista. In altri casi, per particolari esigenze, possono essere presenti il montatore, oppure il creatore degli effetti speciali, e il coordinatore degli stunt.

                Ogni film ha il suo budget, la sua storia. Questo lavoro, essenziale per la riuscita di un progetto, e sempre più articolato quanto più il progetto è complesso e ambizioso, può essere affrontato con lucidità oppure creando una grande confusione (da cui possono  nascere  sforamenti di budget, ritardi, e quindi polemiche e conflitti che in qualche caso conducono  alla paralisi e al fallimento).

                Il piano di lavoro.
La conclusione della fase di preparazione porta alla stesura di un piano di lavoro.
Il piano di lavoro prevede, per tutta la durata delle riprese, quello che deve essere realizzato ogni giorno.
Sono indicati il numero delle scene, gli attori convocati, le location, i fabbisogni, gli eventuali effetti speciali (armi, colpi in arrivo, pioggia, neve), l’uso di attrezzature particolari, numero di figuranti. Orario di convocazione, e in qualche caso uso di una seconda unità.

               
Se tutto questo ha funzionato, iniziano le riprese, che possono svolgersi secondo quanto prestabilito, oppure come già detto, essere percorse da imprevisti più o meno “potenti”.
Abbiamo per ora accennato soprattutto alla costruzione e alle varie fasi di lavoro di un film o di una fiction.
Vediamo come si sviluppa la creazione di un documentario o di un video.

2° GIORNO: POST PRODUDIONE

Il Filmmaker.
La figura del filmmaker racchiude in se molte professionalità, e tante attitudini.
Anche in passato ci sono stati grandi filmamker. Ricordiamo Robert J. Flaherty con i suoi documentari, tra l'altro "l'uomo di Aran", o Joris Ivens, con Zuiderzee. In Italia abbiamo Vittorio De Seta con i suoi documentari sulle tonnare e con il film "Banditi a Orgosolo".

            Oggi essere un filmmaker da un certo punto di vista è più semplice. La tecnologia sempre più spinta consente di realizzare riprese di un ottimo livello anche con bassi livelli di illuminazione.
Con la macchina da presa e l'uso del negativo, l'operatore doveva prefigurare il risultato. Inoltre era indispensabile una struttura di tecnici che teneva sotto controllo lo sviluppo, la temperatura e la qualità dei bagni. Seguiva poi la stampa, la colorometria, affidata alla figura del datore luce, essenziale per il risultato finale.
Altra difficoltà, il montaggio. Con la pellicola il montaggio era un'operazione concreta. Un'inquadratura veniva fisicamente collegata "giuntata" alla precedente.
E una volta utilizzata una inquadratura, diventava molto difficile, costoso riutilizzarla in una possibile alternativa.

            Il Montaggio Digitale.
            Completamente diverso il montaggio digitale, quello che viene realizzato attraverso il computer.
Il materiale originale è raccolto negli Hard Disk, resta in memoria e non viene mai direttamente manipolato.
Il computer utilizza i dati degli Hard Disk per realizzare il montaggio facendo riferimento agli originali, ma senza materialmente estrarli e giustapporli. Si possono così realizzare infinite versioni, così come correzioni, modifiche. Il lavoro così è reso immensamente più semplice.

            Il suono
            Il computer consente anche di intervenire sul sonoro, regolare i volumi dell'audio, creare dissolvenze, effetti di eco, aggiungere musiche e suoni d'ambiente. Tutto dipende dalle capacità più o meno raffinate del filmmaker, o dei collaboratori (in genere pochissimi) che intervengono a completare il "video".

            Le fasi finali del lavoro:

            1) Il mix. Può essere realizzato anche con lo stesso computer utilizzato per il montaggio. Oppure in uno studio attrezzato, con l'aiuto di un fonico di mix per dare il giusto rilievo ed equilibrio alle varie componenti sonore.

            2) La color correction consiste nel dare la chiave cromatica definitiva al film e ad ogni singola inquadratura. Anche per questa operazione oggi esistono ottimi programmi che consentono di intervenire con la massima efficacia sul colore, sui contrasti, sulle luci.
Da Vinci, Premiere, Final Cut offrono strumenti molto elaborati, In genere è lo stesso montatore che opera in questa fase insieme al direttore della fotografia. A volte è lo stesso filmmaker che riveste alcuni di questi ruoli.

            Un breve accenno deve essere fatto al formato raw. Consiste in una qualità di ripresa sempre più diffusa che apparentemente fornisce delle immagini slavate, poco dense. In realtà il raw format ingloba le più estese potenzialità di intervento per manipolare l'immagine. In fase di post produzione verrà definita ed elaborata  la migliore qualità, avendo una gamma di potenzialità il più estesa possibile.

            I percorsi per un'opera filmica sono, come abbiamo visto, molto vari. Torniamo per un momento al cinema spettacolare,, quello che viene proiettato nelle sale, o visto su apparecchi televisivi sempre più sofisticati: HD, e oggi Oled, 4K, 8K.
Qui niente è affidato all'improvvisazione. I costi sono enormi, quindi ogni sequenza viene discussa, preparata, organizzata con l'apporto di numerosissimi collaboratori: Aiuto-Regista, direttore della fotografia, cameraman, scenografo, specialisti degli effetti speciali, coordinatore degli stuntmen.
Percorsi diversi, di un'unica grande famiglia, il cinema, fabbrica di sogni, e stimolo alla riflessione.